Le esperienze infantili, il
modello genitoriale con cui ci si è relazionati influenzano il modo in cui
ciascuno darà forma e sostanza al proprio ruolo genitoriale:
il figlio che
siamo stati e i genitori che abbiamo avuto influenzano il modo in cui saremo
genitori.
Eppure capita spesso di
incontrare persone che si domandano il perché, nonostante certi comportamenti
li abbiano tanto fatti soffrire da bambini, tendono a riprodurre quelle stesse
modalità relazionali con i propri figli:
come liberarci dai vincoli del passato che
continuano a condizionarci nel presente?
È questa la tematica al centro
del libro “Errori da non ripetere" nel quale Daniel Siegel, psichiatra
infantile di fama internazionale, e Mary Hartzell, educatrice e psicologa gli
autori mostrano sia come le prime interazioni del bambino con le figure di
riferimento abbiano un impatto diretto sulla struttura e sul funzionamento del
cervello sia come la rilettura del proprio passato aiuti a comprendere e
talvolta prendere le distanze da modelli educativi che si sono “subiti” e che
non si condividono del tutto o in parte.
Questo libro mette il focus sulla
possibilità che il genitore ha di gettare il seme più prezioso nella vita di
suo figlio: l’amore per se stessi e la fiducia nell’altro; se si
potessero tradurre in parole queste precoci esperienze del bambino,
suonerebbero più o meno cosi:
“la mamma accorre al mio
richiamo, sono degno di amore”,
“ la mamma mi lascia sperimentare
ma, se mi volto a cercare il suo sguardo, scopro che il suo è restato su di me:
posso sorriderle e continuare a esplorare, sono al sicuro”.
Un attaccamento sicuro nei
confronti di un adulto in grado di rispondere alle richieste primarie del
bambino è di fondamentale importanza per il suo sviluppo cognitivo ed emotivo perché
permette al bambino di costruire dentro la relazione con la figura di
riferimento una graduale percezione di se’ come degno di amore proprio perché oggetto
dell’amore materno al quale la madre risponde e, contemporaneamente, si
costruisce una visione del mondo come un posto “sicuro” in cui potersi pian
piano muovere ed esplorare sapendo che, in caso di bisogno o pericolo, la
figura di riferimento accorrerebbe in modo pronto, accogliente e capace di
contenere e dar senso alle esperienze fatte e agli stati interni.
Un libro per riflettere, uno
stimolo per migliorarsi.
|
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi lasciare qui il tuo messaggio, ti risponderemo al più presto!
GRAZIE!