domenica 31 maggio 2020

UN LIBRO PER CRESCERE: LE COSE CHE PASSANO- di Beatrice Alemagna


ECCOCI AL NOSTRO CONSUETO APPUNTAMENTO CON LA NOSTRA RUBRICA 
"UN LIBRO PER CRESCERE"

 ABBIAMO SCELTO 
"LE COSE CHE PASSANO"
di Beatrice Alemagna



POICHE' NON SARA' POSSIBILE CONSULTARLO DIRETTAMENTE NELLA NOSTRA SALA D'ATTESA (CHE PURE E' GIA' PRONTA A RIACCOGLIERVI), 

ABBIAMO PENSATO DI PROPORVI UN VIDEO CHE POSSA SODDISFARE LA CURIOSITA' CHE OGNI LETTORE PROVA QUANDO HA UN NUOVO LIBRO IN MANO: CIOE' SFOGLIARE LE SUE PAGINE  (NOI LO SAPPIAMO MOLTO BENE!).
                                

CI PIACEVA L'IDEA DI TRASMETTERE UN MESSAGGIO DI TRANSITORIETA' DELLA COMUNE ESPERIENZA PANDEMICA CHE GRANDI E PICCINI STANNO ATTRAVERSANDO: PASSERA' COME PASSANO TANTE COSE, ANCHE MOLTO DIFFICILI..AD ESEMPIO LA PAURA O I BRUTTI PENSIERI.

IN TUTTA QUESTA INCERTEZZA FATTA DI COSE CHE CAMBIANO E CHE CHIEDONO UN ADATTAMENTO, E' SEMPRE BELLO POTER RICORDARE CHE L'AMORE  E' QUALCOSA CHE NON CAMBIERA' MAI:

"Nella vita,
sono molte le cose che passano.
si trasformano, se ne vanno.
Tutte, meno una."
                                                           ALEMAGNA
💜


sabato 30 maggio 2020

LOCKDOWN E DISTURBI ALIMENTARI- EMDR AL TEMPO DEL COVID 19 - GIORNATA FORMATIVA


Un grazie all’ Associazione EMDR Italia per questa mattinata di alta formazione con la dott.ssa Balbo e il Prof. Calabrese.

Durante il periodo del lockdown tante persone hanno cercato di placare l’ansia associata all’incertezza e alla paura, riempiendo le proprie dispense, ciò aveva un vero e proprio effetto ansiolitico, proprio come accadeva nel dopoguerra.

I dati di Coldiretti parlano chiaro: durante il lockdown c’è stato un incremento di vendita di farine, pane, pasta, alimenti che aumentano i livelli di serotonina (detta anche “ormone del buonumore) ma… a quale prezzo per la salute?

La maggior parte degli italiani dichiara in media un aumento ponderale di 2 kg nella fase 1, complice una sedentarietà “giustificata” che ben si conciliava a volte con la visione di “ interminabili” serie tv seduti sul divano, a volte con la gestione/aggiornamento dei social!


Ma come hanno vissuto questa richiesta coloro che soffrono di un disturbo alimentare? 
Come sarà stato convivere forzatamente con una famiglia che molto spesso è regolata da dinamiche disfunzionali? Quanto sarà stato difficile resistere al’impulso dell’abbuffata avendo la dispensa piena? Quanto sarà stato difficile per le famiglie confrontarsi con i prolungati digiuni di una figlia? Quanto sarà stato faticoso per persone con un disturbo alimentare ammazzare la noia sui social passando da ricette succulente a vip in palestra con fisici scolpiti?

Tante storie, mille sfumature, ma un sentimento comune: LA SOLITUDINE.

Siamo nella FASE 2, non è ancora finita.
Possiamo uscire: anche se  fisicamente sono venute meno le limitazioni psicologicamente non per tutti questo basta a sentirsi liberi, soprattutto quando la libertà vuol dire un confronto con la percezione di una solitudine e di vuoto intorno.

Noi terapeuti ci siamo, continuiamo ad essere UNA BASE SICURA per le nostre pazienti e per le loro famiglie, come abbiamo continuato a fare in questi mesi, a distanza.

NON SIETE SOLI.

Il Centro Mara Selvini per la cura dell’anoressia e dei disturbi alimentari è pronto ad accogliervi, in sicurezza, nella sua sede di Arluno presso  “IL FILO DI PERLE”, un posto sicuro: un luogo ideale per ripartire alla ricerca di benessere e cambiamento.



martedì 26 maggio 2020

"IL FILO DI PERLE" VISSUTO DA ALICE: IL RACCONTO DELLA SUA ESPERIENZA FORMATIVA INSIEME A NOI





Quando sei al tuo ultimo anno di università e ti trovi a dover scegliere il servizio in cui fare la tua
ultima esperienza di tirocinio decidi di porti alcuni criteri con cui sceglierlo. Comprendi che non
puoi permetterti di prendere sottogamba la scelta, rischiando così di perdere l’ultima occasione di
entrare nel vivo del mondo del lavoro educativo e pedagogico da studentessa impegnata in un
lavoro di ricerca.
Ed è stato proprio dopo una ricognizione di vari servizi di consulenza che mi sono fermata su Il Filo di Perle, nella speranza di entrare a lavorare su un progetto di ricerca in un servizio che fosse ricco
di stimoli per la mia formazione. Le motivazioni che mi hanno spinto verso questo preciso servizio
sono state, per primo la ricchezza data dalle varie professioniste che lo caratterizza, ma soprattutto
gli interventi dell’area pedagogica in sostegno alla genitorialità e alla maternità.
Ho vissuto il Filo e nel Filo per tre mesi, tempo che mi ha permesso di entrare nel vivo della sua
quotidianità, della sua cultura e della sua professionalità. Sono stati mesi di curiosità, di scoperta, di
ricerca, di riflessione, di domande, di sviluppo e di crescita. Sono stati mesi in cui, trovando lo
spazio e il posizionamento ottimale, ho osservato, ho ascoltato, ho fatto spazio ad emozioni e
pensieri e li ho vissuti fino in fondo, lasciando anche germogliare il timore per la grande la
consapevolezza e responsabilità del ruolo e della professionalità.
Sono stati tre mesi di ricerca, di studio e di approfondimento sul ruolo della pedagogista, ricerca che
mi ha portata ad acquisire proprio quella consapevolezza che può nascere soltanto dal so-stare nella
pratica, grande ad un posizionamento che sappia essere problematizzante e riflessivo e che,
ponendosi domande ed aprendosi ipotesi, favorisce l’instaurarsi di un processo di apprendimento.
Quello che è emerso da queste dinamiche molto complesse e molto potenti sono state riflessioni e
apprendimenti estremamente ricchi. Qui vorrei riportare alcuni di questi, ponendo l’attenzione su
due piani interdipendenti tra loro; la cultura e i valori del servizio e il ruolo della pedagogista
all’interno di essi.

Quello che appare chiaro fin dal primo momento che si entra nel servizio, ma che emerge in
maniera più consapevole a seguito di un lavoro di ricognizione e di riorganizzazione del pensiero,
sono i valori caratterizzanti della cultura del servizio ai quali ho voluto associare un elemento del nome o del loro del servizio.

La curale perle – intesa come un accompagnamento che sappia essere una presa in carico
dell’utente autentica, unica e preziosa come una perla. Preziosità che si concretizza e prende forma
nella pratica degli interventi; cura degli spazi e dell’ambiente, dei tempi, della relazione e delle
persone.

L’accoglienzala casa – che declinandosi sia sul piano professionale, con professioniste pronte
all’ascolto, sia sul piano di ambiente e spazi, permettono all’utente che entra nel servizio di sentirsi
subito a suo agio in un ambiente informale e familiare, proprio come una casa.

La multidisciplinarietà il filo – come elemento fondante e caratterizzante dell’equipe, permette
un’accoglienza e una presa in carico dell’utenza a 360°, proprio grazie al filo che tende e connette
le varie professioniste caratterizzando un’equipe strutturata non come una somma delle parti, ma
come un sistema capace di generare un sapere condiviso.

Ed è all’interno del dinamismo che si genera da questi valori che nasce e che opera il lavoro della
pedagogista. Dell’ambito educativo e pedagogico, e nello specifico consulenziale, tra i tanti
elementi caratterizzanti emersi, vorrei portare alla luce quelli che sono stati di fondamentale
importanza nel corso della riorganizzazione del servizio a seguito dell’emergenza.
Prima fra tutti la costante necessità di una postura di ricerca. Essere in ricerca ha significato per
Maddalena in un primo momento sapersi fermare e darsi del tempo per un ascolto e
un’osservazione attivi e autentici e che, stando nel vivo del contesto indagato, sappiano far
emergere ciò sta succedendo; quali trasformazioni e cambiamenti, quali bisogni e nuove necessità
emergono? Da qui, raccogliendo i primi dati emersi si è dato l’avvio alla sperimentazione sul
campo; la pratica dell’educazione e della pedagogia non funzionano per ricette preconfezionate, ma
hanno bisogno di prove, di sperimentazione, ma soprattutto di attesa dei risultati per poi riprogettare
e risperimentare. La consapevolezza di questo processo complesso, e la volontà di intraprenderlo, è
ciò che ha permesso di riprogettare interventi e percorsi che abbiano saputo rispondere in maniera
autentica ai bisogni emersi, essendo aderenti alla realtà.
Il secondo elemento di grande valore che ho ritrovato nel servizio, e che ritengo essere essenziale in
un momento di emergenza molto delicato e complesso, è la necessità di una formazione continua.
Accanto alla postura di ricerca, e strettamente connesso ad essa, l’essere in formazione è ciò che ha
consentito al servizio, di pensare e progettare interventi che non si istituiscano come calati dall’alto,
ma germogliati e nati nel vivo dell’esperienza che si sta vivendo, garantendo così un certo livello di
professionalità. Continuare a porsi domande, tenendo lo sguardo aperto e attento, è ciò che permette
di cogliere quello che accade, saperlo significare e, rapportandolo a sé stessi e alla propria
professionalità comprendere cosa e come poter modificare o approfondire.
Al termine di questo mio percorso formativo, quello che mi rimane e che mi porto via dal Filo di
Perle è un pezzetto di quell’unicità, di quella preziosità e di quella professionalità, elementi che mi
hanno dato l’opportunità e l’occasione, di sperimentare e sperimentarmi, di approfondire, di
conoscere e di apprendere. Se mi si dovesse chiedere “che tipo di esperienza è stata quella al Filo di
Perle?” risponderei: “è stata un esperienza estremamente generativa!”

Arrivata anche alla fine di questo scritto, arriva anche la vera e propria fine della mia esperienza in
questo servizio. Per questo desidero ringraziare prima di tutte Maddalena che con la sua gentilezza,
la sua cura e la sua costante disponibilità è stata come tutor fondamentale per tutto il mio percorso.
Ogni riflessione e ogni apprendimento maturato è stato frutto anche della sua professionalità e del
suo ruolo. Un grazie va anche ad Eleonora che, grazie alla sua grande disponibilità, ha dapprima
reso possibile la mia esperienza presso questo servizio e poi è stata parte integrante della ricerca.
Infine, un grazie anche a Marzia e Letizia che, nonostante mi abbiano vissuta di meno, si sono
dimostrate fin da subito aperte e disponibili a prendere parte alla ricerca.

Un grazie va anche agli altri professionisti che operano in collaborazione con il Filo di Perle e che
mi hanno dato l’occasione di entrare nei loro spazi, nei loro tempi e nei loro interventi.

Ed infine, il grazie più grande va a tutte le mamme incontrate, ai bambini, ai papà, nonne e tate che
mi hanno accolto come parte integrante dei gruppi, dandomi così l’opportunità di intraprendere
questo percorso estremamente ricco e formativo.

Grazie!
Alice.

giovedì 14 maggio 2020

COCCOLE IN CUCINA: LA PRIMA MERENDA

Immagine tratta dal Web

MELA COTTA E UVA SULTANINA

FACILITA':💛
INGREDIENTI:🍏🍎

-UNA MELA
-ACQUA
-UVETTA SULTANINA


PREPARAZIONE:🙇

LAVARE, SBUCCIARE E TAGLIARE A PEZZI UNA MELA.

METTERE IN UN PENTOLINO CON POCHISSIMA ACQUA LA MELA E QUALCHE UVETTA SULTANINA MESSA IN PRECEDENZA IN AMMOLLO (SEMPRE IN POCA ACQUA).

CUOCERE A FUOCO BASSO, FINCHE' NON ASSUME UNA CONSISTENZA MORBIDA.

IN BASE AL PROPRIO BIMBO, PASSARE IL TUTTO PER CREARE UNA MORBIDA CREMA OPPURE  LASCIARE I PEZZETTI.
🍏
SI PUO' INSAPORIRE CON UN PIZZICO DI CANNELLA A CRUDO O METTERE UN PAIO DI CHIODI DI GAROFANO IN BOLLITURA.



lunedì 11 maggio 2020

FILI DI LUCE & PERLE DI NASCITA: I VOSTRI RACCONTI

Acquarello in gravidanza, Francesca


IL NOSTRO CAMMINO SI ERA INTRECCIATO DA TEMPO IN UN’AMICIZIA PROFONDA ED IMPORTANTE. LA SCELTA DI AVERE ACCANTO ELEONORA IN QUESTA ESPERIENZA, CHE CI AVREBBE VISTI TRASFORMATI, ERA QUELLA GIUSTA PER NOI.

CI SIAMO FATTI ACCOMPAGNARE DALLA SUA AMICIZIA, ESPERIENZA E PROFESSIONALITÀ E QUESTO CI HA PERMESSO DI VIVERE CON PIENA CONSAPEVOLEZZA E SOSTEGNO EMOTIVO QUELLO CHE STAVAMO ATTRAVERSANDO, PASSO DOPO PASSO, GRADUALMENTE … FINO ALLA NASCITA DI ANITA.

IN QUESTO PERCORSO DI TRASFORMAZIONE DA DONNA A MADRE, ELEONORA MI HA ACCOMPAGNATA TENENDOMI PER MANO, AIUTANDOMI A LEGGERE E INTERPRETARE I SEGNALI DEL MIO CORPO E A TROVARE IL MODO MIGLIORE PER RISPONDERE A QUESTI BISOGNI

HO TROVATO IN LEI UNO SPAZIO PER POTER PARLARE DI QUELLO CHE STAVO VIVENDO E DELLE MIE EMOZIONI. 

IL SUO SOSTEGNO DURANTE QUESTO VIAGGIO MI HA PERMESSO DI COMPRENDERE MEGLIO I CAMBIAMENTI DEL MIO CORPO IN GRAVIDANZA E LA CRESCITA DELLA MIA BAMBINA, DI METTERMI IN ASCOLTO DEI MIEI DESIDERI, DI CIÒ CHE SENTIVO ESSERE MEGLIO PER NOI, E DI COME POTERLI CONCRETAMENTE REALIZZARE. MA SOPRATTUTTO MI HA AIUTATO A SVILUPPARE UNA GRANDE FORZA INTERIORE SULLE MIE RISORSE E CAPACITÀ.

QUESTO MODO INTERIORE DI VIVERE QUESTA INCREDIBILE ESPERIENZA, MI HA PERMESSO DI ‘APRIRMI’ ALLA VITA, DI SINTONIZZARMI SEMPRE PIÙ CON LA MIA BAMBINA, DI AFFRONTARE LA PAURA DEL DOLORE E DELL’IGNOTO DEL PARTO

ELEONORA È STATA UNA PREZIOSA ‘ANCORA’ A CUI FAR RIFERIMENTO DURANTE IL TRAVAGLIO, NELLE ONDE CHE MI HANNO PORTATO A DARE ALLA LUCE ANITA.

AVER VISSUTO QUESTO VIAGGIO CON CONSAPEVOLEZZA, FIDUCIA E SOSTEGNO MI HA FATTO RIEMERGERE POI COME DONNA TRASFORMATA, ARRICCHITA, IMPREZIOSITA E MI AIUTA ANCORA OGGI NELL’ESSERE MADRE.

ELEONORA HA E AVRÀ SEMPRE UN POSTO SPECIALE NEL MIO CUORE.

giovedì 7 maggio 2020

COCCOLE IN CUCINA: AMARANTO PISELLI E ZUCCHINE

Immagine tratta dal web

INGREDIENTI:💧🌿🍃
DIFFICOLTA':💛


-50GR DI AMARANTO
-100 GR DI CAROTE
-MEZZA ZUCCHINA
-UNA MANCIATA DI PISELLI
- 500 ML DI ACQUA
-OLIO EXTRAVERGINE


PREPARAZIONE🙇:

PER PRIMA COSA PORTATE A MEZZA COTTURA PISELLI, SUCCESSIVAMENTE NELLA STESSA ACQUA AGGIUNGETE LA CAROTA E LA ZUCCHINA TAGLIATE A PEZZETTINI, AGGIUNGETE ANCHE L'AMARANTO PRECEDENTEMENTE LAVATO (BASTA PASSARLO SOTTO IL GETTO DELL'ACQUA USANDO UN COLINO A MAGLIE STRETTE).
PROSEGUIRE LA COTTURA PER 20 MINUTI CIRCA
.
AGGIUNGERE PICCOLE QUANTITA' DI BRODO CALDO SE NECESSARIO DURANTE LA COTTURA.

QUANDO IL BRODO SI E' ASSORBITO, LA MINESTRA E' PRONTA PER ESSERE SERVITA: PER FINIRE, UN FILO D'OLIO E UNA FOGLIOLINA DI MENTA PER RENDERE IL TUTTO ANCORA PIU' GUSTOSO.





martedì 5 maggio 2020

FILI DI LUCE & PERLE DI NASCITA: I VOSTRI RACCONTI


Immagine tratta dal Web

Quando abbiamo deciso di farci accompagnare da un’ostetrica, non avremmo mai pensato che ci saremmo ritrovati nel bel mezzo di una pandemia a livello globale. 

In quel momento, la decisione si era basata sulla volontà di vivere un avvenimento così importante con una figura che ci guidasse e potesse incuterci serenità (per quanto possibile) ma con questa emergenza sanitaria si è rivelata ancora più preziosa. 

Credo che nessuna donna riesca a guardare il parto con spensieratezza e nemmeno una preoccupazione. Per quanto ognuna di noi da una parte non veda l’ora di conoscere proprio figlio e cominci a patire la gravidanza, dall'altra vede il parto con molte preoccupazioni. Queste, sono spesso procurare da racconti cruenti di conoscenti o semplicemente vi è paura dell’ignoto e del dolore. Ecco, noi volevamo che un evento così intenso di emozioni fosse privo di paura. Perché conoscendomi di paura ce ne sarebbe stata tanta, come di domande “è normale che io stia soffrendo così tanto?” “la bambina sta bene?” “quando è il momento giusto per andare in ospedale?” “cosa devo fare se sento così tanto male?”. 

Ginevra, la nostra ostetrica, è stata per noi una guida a comprendere cosa stava succedendo ed è riuscita a farmi scoprire una forza che non pensavo di avere.

Facendo un passo indietro, le settimane prima del parto sono state costellate di notizie che mi avevano posto in uno stato d’animo altalenante. Se la situazione in Italia per il coronavirus non fosse abbastanza, si erano aggiunte il dover partorire indossando la mascherina, l’impossibilità di fare l’epidurale e alcune visite che mi mancavano, l’impossibilità di visite durante la degenza di amici, parenti e persino di mio marito e infine che Ginevra non sarebbe potuta entrare in sala parto. 

Durante tutta la gravidanza avevamo cercato di arrivare al parto con serenità ma ovviamente quello che stava accadendo ci faceva vacillare. Vi fu una telefonata con Ginevra in cui capimmo come dovevamo affrontare la situazione. Poiché l’accesso in ospedale era super controllato e sarei potuta restare sola durante il travaglio, l’obiettivo era di restare a casa il più possibile.

È andata esattamente così. Abbiamo passato il travaglio in casa, Ginevra rimase qui con noi e ci accompagnò in ospedale proprio all’ultimo momento.

 Durante il travaglio, la sua presenza è stata rassicurante, mi sentivo supportata mentalmente e serena che il parto stesse procedendo per il meglio, come se fossimo in ospedale. Con calma ed empatia, è riuscita a farmi prendere le redini della situazione. Riuscire a restare a casa durante il travaglio è risultata per noi una scelta vincente. Ci siamo sentiti al sicuro ed emozionati per quello che stava accadendo. Senza la presenza di Ginevra sicuramente mi sarei sentita sopraffatta dal dolore e presi dalla paura saremmo corsi in ospedale. Invece con lei, il parto è stata un’esperienza che non mi ha lasciato strascichi di terrore. 

Dopo due ore dal nostro arrivo in ospedale, è nata Ludovica. Una dolcezza di 3,470 kg.

Mi sento di consigliare di affidarsi a un’ostetrica a chiunque. Il parto, specialmente il primo, è sicuramente un momento importante e segnante della vita di una donna. Essere affiancati da una persona fidata, competente e dedicata consente di vivere l’esperienza positivamente. 

Grazie a Ginevra, ho la fortuna di poter ripensare al parto come il momento più emozionante della mia vita in cui ho dato alla luce mia figlia e non come un evento traumatico contraddistinto dal dolore.

lunedì 4 maggio 2020

FILI DI LUCE & PERLE DI NASCITA: I VOSTRI RACCONTI

Immagine tratta dal Web

LA MIA STORIA E' UN PO' COMPLICATA, A DIFFERENZA DELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI IO HO UN'ESPERIENZA NON "IDEALE", MA PENSO CHE MAGARI LA MIA STORIA POSSA ESSERE D'AIUTO A CHI COME ME HA AFFRONTATO LA GRAVIDANZA SENZA UN COMPAGNO VICINO.


ERO SOLA E MOLTO SPAVENTATA, HO CERCATO DI NON ISOLARMI E DI PROVARE A CERCARE IL SUPPORTO EMOTIVO OLTRE CHE SPECIALISTICO DI CUI AVEVO BISOGNO.

COSI' HO PROVATO AD AFFIDARMI AD UN'OSTETRICA, CHE E' STATA LA MIA COMPAGNA DI VIAGGIO
IN QUESTA AVVENTURA NON SEMPRE SERENA.

ANCHE NEL POST PARTO E' STATA FONDAMENTALE LA SUA PRESENZA.

GRAZIE ALLE VISITE OSTETRICHE IN GRAVIDANZA HO IMPARATO A DARE SPAZIO E ASCOLTO ALLA VITA CHE MI CRESCEVA DENTRO: IO, PRESA DALLA FRENESIA DEL DOVERCELA FARE DA SOLA E DAL BISOGNO DI METTERE ORDINE NELLA MIA VITA, DEDICAVO POCO TEMPO A RIFLETTERE SU QUANTO STAVA ACCADENDO.

AVEVO PAURA .

TUTTO QUESTO LA MIA OSTETRICA L'HA SAPUTO COMPRENDERE E ACCOGLIERE MA HA SAPUTO VEDERE ANCHE LE MIE CAPACITA' (CHE NEANCHE IO MI RICONOSCEVO PRESA COM'ERO DAL RACCOGLIERE COCCI E PENSARE AL FUTURO TUTTO DA COSTRUIRE).

 IN SALA PARTO HA SAPUTO PUNTARE SULLE MIE CAPACITA' E LA MIA FORZA, E QUESTO MI HA DATO TANTO CORAGGIO PER POTER SUPERARE LE PAURE CHE INCONSAPEVOLMENTE IN UNA FASE DEL MIO TRAVAGLIO AVEVANO CAUSATO UNA SPECIE DI "BLOCCO"...

ERA LA PAURA DEL FUTURO... MA CON LEI ACCANTO IL CORAGGIO E'  ARRIVATO E MI HA PORTATO FRA LE BRACCIA LA MIA PICCOLA STELLA.