lunedì 25 marzo 2019
domenica 24 marzo 2019
IL CORPO SENTE, E' TESTIMONE DI CIO' CHE VIVIAMO
,
IL CORPO SENTE EMOZIONI E LE EMOZIONI SI INSCRIVONO NEI NOSTRI CORPI: NON ABBIATE PAURA DI DAR VOCE AL VOSTRO CORPO, ALLE VOSTRE EMOZIONI, AL VOSTRO, PARTICOLARISSIMO, MODO SI STARE AL MONDO
sabato 23 marzo 2019
STORIE FACILI PER COMUNICAZIONI DIFFICILI: SPIEGARE LA MORTE E LA MALATTIA
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OGGI IL NOSTRO LAVORO HA CREATO EMOZIONI
E LA VOSTRA PARTECIPAZIONE HA DONATO VITA E SIGNIFICATO:
SIETE STATI UN DONO
SONO STATA FORTUNATA AD INCONCROCIARE I VOSTRI OCCHI FORTI, CORAGGIOSI E A VOLTE SPAVENTATI E A VOLTE COMMOSSI…
MESCOLATI AL PROFUMO DELLA PRIMAVERA CHE ENTRAVA DA OGNO FESSURA CON I SUOI RAGGI DI SOLE E PROFUMO DI FIORI DI PESCO
CHE BELLO SENTIRE L'UMANITA' E LA VITA CHE TINGE OGNI COSA
SE NELLA NOSTRA VITA COLTIVIAMO CALORE E CONTATTO
LA MORTE E LA MALATTIA, PARADOSSALMENTE, POSSONO DIVENTARE OCCASIONE PER STRINGERSI PIU' FORTE
STRINGO FORTE AL CUORE CIASCUNO DI VOI
grazie!
Il Filo Di Perle
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20010 Arluno MI, Italia
domenica 17 marzo 2019
DAL PANNOLINO AL VASINO: LE VOSTRE ESPERIENZE
Il controllo sfinterico è una
conquista di autonomia importante per i nostri piccoli che suscita in noi
genitori e adulti di riferimento, qualche piccolo timore su come procedere e
quali strategie mettere in atto per aiutarli nel migliore dei modi.
Abbiamo raccolto l’esperienza di diverse mamme.
Alice mamma di Simone ci dice che “non è stato faticoso: intorno ai
2 anni e mezzo è stato proprio lui a iniziare a rifiutare il pannolino tanto
che per stava diventando un vero incubo riuscire a metterlo! Così in ciascun bagno
abbiamo introdotto un vasino che lui ha iniziato ad usare senza troppa fatica. All’inizio
qualche incidente con la pipì ma mai nessuno con la cacca. Al Nido ci hanno seguito tenendolo solo con le
mutandine tranne che per il momento della nanna e dopo una decina di giorni
abbiamo notato che il pannolino era asciutto anche dopo il risveglio dal
riposino pomeridiano e mattutino e quindi …via il pannolino!”
Teresa mamma di Agnese racconta: “ho deciso di spannolinare Agnese
molto piccola intorno ai 20 mesi, perché ero incinta della mia seconda bimba e
non avevo voglia di seguire spannolinamento in contemporanea all’allattamento
una volta partorito. È stato difficile, ma confrontandomi con altre mamme posso
dire, che si è trattata di una fatica nella norma; sicuramente il controllo
sfinterico delle feci è avvenuto con più fatica e più tardi ed è stato più
impegnativo”.
Elena mamma di Giammarco: “ Lui è il mio primo figlio e per me era
davvero un mistero il come e quando dover togliere il pannolino, non ho mai
avuto fretta, né sentito come faticoso il cambio; quindi mi sono affidata alla
educatrice del Nido che è stata molto brava a individuare il momento giusto: Giammarco
nel giro di tre-quattro giorni non ha più messo il pannolino nemmeno la notte, qualche
pipì è scappata durante il giorno ogni tanto, ma mai la cacca. Devo dire grazie
all’educatrice che in effetti mi diceva che se il bambino è pronto lo
spannolinamento è rapido e non rischia di trascinarsi e diventare una fatica/frustrazione
sia fisica che emotiva per lui e per i genitori. Siamo stati fortunati, abbiamo
avuto una buona guida.”
Lisa mamma di Anita: “ è stato molto complicato, non ho sentito l’aiuto
delle educatrici del nido tanto che la mia piccola per circa un mese ha
faticato a trattenere la pipì al Nido mentre a casa andava decisamente meglio: confrontandomi
con l’educatrice di riferimento siamo pian piano riusciti ad aiutare Anita nel
raggiungimento di questa tappa di crescita”.
Care mamme come vedete ogni
esperienza è a sé: l’importante è che il bambino sia pronto e che nei diversi
contesti in cui si trova (casa-nonni-nido ecc) si segua tutti la stessa linea,
se no il rischio è di confondere il bambino, ma di questo e molto ancora
parleremo insieme il 30 Marzo presso il Filo di Perle alle ore 10.30!
NON MANCATE ALLA
PROSSIMA PERLA!
mercoledì 13 marzo 2019
E' IL BAMBINO CHE CI INDICA LA STRADA
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venerdì 1 marzo 2019
"MAMMA UOVO" -LA FAVOLA ILLUSTRATA CHE SPIEGA LA MALATTIA AI BAMBINI
Affrontare il tema della malattia con
i propri figli è spesso per i genitori motivo di paura e reticenza. Mancano le parole, il
coraggio di mostrarsi deboli e di porre i bambini di fronte a un “mostro” che
può spaventarli o peggio ancora traumatizzarli. Ma davanti alle loro domande
curiose e alla loro voglia di sentirsi partecipi, il silenzio e le spiegazioni
confuse di una mamma o di un papà hanno un effetto negativo perché
paradossalmente lasciano i piccoli soli nel fronteggiare questo grande scoglio.
A stimolare e creare una comunicazione serena tra genitori malati e figli
arriva “Mamma Uovo, la malattia spiegata a mio figlio”.
Edito dalla casa editrice Marotta&Cafiero nel
2015, ideato dalle psiconcologhe Gabriella De Benedetta e Silvia
D’Ovidio e da Antonello Pinto, ematologo e oncologo all’Istituto
Nazionale Tumori di Napoli “G. Pascale”, con le illustrazioni di Sergio Staino,
il libro è stato seguito da una versione maschile, “Papà Uovo, la malattia spiegata a mio figlio”
e da un film d’animazione
realizzato da Tech4Care.
La favola racconta la
malattia di una mamma vista con gli occhi del figlio, Giorgio. Ad aprire la
storia è una citazione di G. K. Chesterton, scrittore e giornalista
inglese:
Le
fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che
i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere
uccisi.
Proprio come sostiene l’autore, la vicenda di Giorgio
e della sua famiglia mostra come una malattia possa essere affrontata con
tranquillità, e a volte sconfitta. Grazie alla penna di Staino, le parole,
anche le più pesanti, si vestono di leggerezza, colore e semplicità e
accompagnano la narrazione dei momenti più incisivi.
L’ospedale
e l’esercito dei piccoli Chemio
Anche l’impatto con un
ambiente freddo e triste come l’ospedale può segnare negativamente un bambino. Ma
il segreto sta nel rendere il contatto con la realtà più colorato, divertente,
gestibile. A Giorgio viene spiegato che il sangue all’interno contiene
tantissime cellule, alcune buone (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine),
alcune cattive (microbi), tra cui si scatena una guerra a cui prendono parte
gli aiutanti dei dottori: i “Chemio”. Staino li rappresenta con stelline vivaci
dal sorriso simpatico che conquista immediatamente chi legge e aiuta ad
acquisire fiducia nella cura a cui è sottoposto il genitore. Le battaglie nel
sangue durante la chemioterapia e l’arrivo delle infezioni provocano gli
effetti collaterali tipici: tra i più visibili e d’impatto, la caduta dei
capelli. E così cade ogni velo tra madre e figlio nella tenerissima scena in
cui il piccolo fa un complimento alla mamma nonostante la sua testa somigli a
un uovo, appunto: «Sei tanto bella anche così, mamma».
I processi che avvengono nel corpo umano durante la
chemioterapia e gli effetti collaterali di essa sono spiegati con parole e
immagini adatte ai bambini: questo è il vero intento del progetto. Non sempre
il bambino reagisce bene: preso da un mix di emozioni tra cui la rabbia, lo
sconforto, l’impotenza e la paura, prende a calci i giocattoli, strilla e
piange perché non vuole che la madre stia in ospedale, si arrabbia quando si
presentano ricadute o la chemioterapia non funziona. Ma tutto ciò serve a
stimolare l’espressione di tali sensazioni, affinché non siano represse ma
piuttosto esternate e incanalate nella giusta direzione.
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