lunedì 25 marzo 2019

24/3/2019 ore 0.56
BENVENUTO EDOARDO!
Auguri anche alla tua mamma Elisa e al tuo papa' Andrea.

Hai scelto di venire al mondo lo stesso giorno della tua nonna:
un tenero segnale di un legame forte che durerà per sempre.
Auguri anche alla nonna, e che presto possiate ritrovarvi per festeggiare insieme due 
eventi cosi ricchi di amore.

La famiglia si nutre di legami che veicolano sentimenti e generano appartenenza.

Edoardo, che tu possa sentire la bellezza di appartenere ad una famiglia che ti ama già da tanto tanto tempo!


                                                                                                                       Il Filo Di Perle


domenica 24 marzo 2019

IL CORPO SENTE, E' TESTIMONE DI CIO' CHE VIVIAMO


       IL CORPO SENTE EMOZIONI E LE EMOZIONI SI INSCRIVONO NEI NOSTRI CORPI: NON ABBIATE PAURA DI DAR VOCE AL VOSTRO CORPO, ALLE VOSTRE EMOZIONI, AL VOSTRO, PARTICOLARISSIMO, MODO SI STARE AL MONDO

sabato 23 marzo 2019

STORIE FACILI PER COMUNICAZIONI DIFFICILI: SPIEGARE LA MORTE E LA MALATTIA


OGGI IL NOSTRO LAVORO HA CREATO EMOZIONI
E  LA VOSTRA PARTECIPAZIONE HA  DONATO  VITA E SIGNIFICATO:

SIETE STATI UN DONO

SONO STATA FORTUNATA AD INCONCROCIARE I VOSTRI OCCHI FORTI, CORAGGIOSI E A VOLTE SPAVENTATI E A VOLTE COMMOSSI…
 MESCOLATI AL PROFUMO DELLA PRIMAVERA CHE ENTRAVA DA OGNO FESSURA CON I SUOI RAGGI DI SOLE E PROFUMO DI FIORI DI PESCO

CHE BELLO SENTIRE L'UMANITA' E LA VITA CHE TINGE OGNI COSA

SE NELLA NOSTRA VITA COLTIVIAMO CALORE E CONTATTO 
LA MORTE E LA MALATTIA, PARADOSSALMENTE, POSSONO DIVENTARE OCCASIONE PER STRINGERSI PIU' FORTE

STRINGO FORTE AL CUORE CIASCUNO DI VOI
grazie!
  

                                                                                                                               Il Filo Di Perle

domenica 17 marzo 2019

DAL PANNOLINO AL VASINO: LE VOSTRE ESPERIENZE


Il controllo sfinterico è una conquista di autonomia importante per i nostri piccoli che suscita in noi genitori e adulti di riferimento, qualche piccolo timore su come procedere e quali strategie mettere in atto per aiutarli nel migliore dei modi.

Abbiamo raccolto l’esperienza di diverse mamme.

Alice mamma di Simone ci dice che “non è stato faticoso: intorno ai 2 anni e mezzo è stato proprio lui a iniziare a rifiutare il pannolino tanto che per stava diventando un vero incubo riuscire a metterlo! Così in ciascun bagno abbiamo introdotto un vasino che lui ha iniziato ad usare senza troppa fatica. All’inizio qualche incidente con la pipì ma mai nessuno con la cacca.  Al Nido ci hanno seguito tenendolo solo con le mutandine tranne che per il momento della nanna e dopo una decina di giorni abbiamo notato che il pannolino era asciutto anche dopo il risveglio dal riposino pomeridiano e mattutino e quindi …via il pannolino!”

Teresa mamma di Agnese racconta: “ho deciso di spannolinare Agnese molto piccola intorno ai 20 mesi, perché ero incinta della mia seconda bimba e non avevo voglia di seguire spannolinamento in contemporanea all’allattamento una volta partorito. È stato difficile, ma confrontandomi con altre mamme posso dire, che si è trattata di una fatica nella norma; sicuramente il controllo sfinterico delle feci è avvenuto con più fatica e più tardi ed è stato più impegnativo”.

Elena mamma di Giammarco: “ Lui è il mio primo figlio e per me era davvero un mistero il come e quando dover togliere il pannolino, non ho mai avuto fretta, né sentito come faticoso il cambio; quindi mi sono affidata alla educatrice del Nido che è stata molto brava a individuare il momento giusto: Giammarco nel giro di tre-quattro giorni non ha più messo il pannolino nemmeno la notte, qualche pipì è scappata durante il giorno ogni tanto, ma mai la cacca. Devo dire grazie all’educatrice che in effetti mi diceva che se il bambino è pronto lo spannolinamento è rapido e non rischia di trascinarsi e diventare una fatica/frustrazione sia fisica che emotiva per lui e per i genitori. Siamo stati fortunati, abbiamo avuto una buona guida.”

Lisa mamma di Anita: “ è stato molto complicato, non ho sentito l’aiuto delle educatrici del nido tanto che la mia piccola per circa un mese ha faticato a trattenere la pipì al Nido mentre a casa andava decisamente meglio: confrontandomi con l’educatrice di riferimento siamo pian piano riusciti ad aiutare Anita nel raggiungimento di questa tappa di crescita”.



Care mamme come vedete ogni esperienza è a sé: l’importante è che il bambino sia pronto e che nei diversi contesti in cui si trova (casa-nonni-nido ecc) si segua tutti la stessa linea, se no il rischio è di confondere il bambino, ma di questo e molto ancora parleremo insieme il 30 Marzo presso il Filo di Perle alle ore 10.30!



NON MANCATE ALLA PROSSIMA PERLA!

mercoledì 13 marzo 2019

E' IL BAMBINO CHE CI INDICA LA STRADA

Quando il bambino manifesta verbalmente o col suo comportamento, con le sue domande o con i suoi silenzi, il bisogno di avere delle risposte e dimostra che, in qualche modo è pronto ad aprire un dialogo su questioni delicate è bene che trovi adulti disposti a rispondere e ad iniziare con lui uno scambio: il silenzio dell’adulto può essere peggio che una risposta “sbagliata”.
Tanti genitori temono che parlare di certi argomenti, come la Morte in generale o la perdita di una persona cara, di una diagnosi difficile, possa generare malessere, o far star peggio il bambino e così preferiscono non “smuovere le acque”, accontentandosi di un equilibrio apparente che si fonda sul non detto più che su una reale elaborazione di una tematica delicata; se un figlio percepisce che fare un certo tipo di domande mette in difficolta’ l’adulto stiamo certi che non le farà: è un’occasione di dialogo e scambio profondo che viene persa, la relazione adulto-bambino perde possibilità di farsi ancora più solida e fonte di fiducia per il piccolo.
I bambini, a seconda delle età ovviamente, pian piano iniziano a costruirsi le loro teorie sulla nascita, sulla vita e anche sulla morte perché sono temi a cui sono costantemente esposti: la perdita di un animale domestico, un insetto morto nel giardino dell’asilo, la scomparsa di un parente, la nascita di un fratellino, la malattia (a diversi livelli) propria o altrui.
E’ importante che inizi così un dialogo tra adulto e bambino che, come una danza, sarà fatto di passi: il bambino domanda,  l’adulto prova a rispondere in modo adeguato alle capacità di comprensione del piccolo, e poi forse la danza proseguirà, perché dalla risposta ricevuta sorgeranno altre domande, ecco ancora che il bambino si rende pronto ad ascoltare l’adulto e così via.
Il dialogo “danzante”, potrà avere musiche diverse a seconda dei temi, alcune con ritmi più lenti perché è richiesto un maggior tempo di elaborazione, o con un ritmo più veloce perché la curiosità del bambino in alcune fasi è galoppante; ecco è importante che i nostri bambini trovino in noi adulti pronti a danzare prendendoli per mano, senza paura, per trasmettere una fiducia nel rapporto con noi che si tradurrà in fiducia e forza interiore per loro: questi “ingredienti” renderanno i nostri piccoli di oggi adulti capaci di far fronte alle sfide della vita!

vi aspettiamo il 23/3 per confrontarci insieme alla dott.ssa Marzia Montinaro sul tema della Malattia e Morte,

venerdì 1 marzo 2019

"MAMMA UOVO" -LA FAVOLA ILLUSTRATA CHE SPIEGA LA MALATTIA AI BAMBINI


Affrontare il tema della malattia con i propri figli è spesso per i genitori motivo di paura e reticenza. Mancano le parole, il coraggio di mostrarsi deboli e di porre i bambini di fronte a un “mostro” che può spaventarli o peggio ancora traumatizzarli. Ma davanti alle loro domande curiose e alla loro voglia di sentirsi partecipi, il silenzio e le spiegazioni confuse di una mamma o di un papà hanno un effetto negativo perché paradossalmente lasciano i piccoli soli nel fronteggiare questo grande scoglio.

A stimolare e creare una comunicazione serena tra genitori malati e figli arriva “Mamma Uovo, la malattia spiegata a mio figlio”.


Edito dalla casa editrice Marotta&Cafiero nel 2015, ideato dalle psiconcologhe Gabriella De Benedetta e Silvia D’Ovidio e da Antonello Pinto, ematologo e oncologo all’Istituto Nazionale Tumori di Napoli “G. Pascale”, con le illustrazioni di Sergio Staino, il libro è stato seguito da una versione maschile, “Papà Uovo, la malattia spiegata a mio figlio” e da un film d’animazione realizzato da Tech4Care.

La favola racconta la malattia di una mamma vista con gli occhi del figlio, Giorgio. Ad aprire la storia è una citazione di G. K. Chesterton, scrittore e giornalista inglese:


Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi. 

Proprio come sostiene l’autore, la vicenda di Giorgio e della sua famiglia mostra come una malattia possa essere affrontata con tranquillità, e a volte sconfitta. Grazie alla penna di Staino, le parole, anche le più pesanti, si vestono di leggerezza, colore e semplicità e accompagnano la narrazione dei momenti più incisivi.

L’ospedale e l’esercito dei piccoli Chemio

Anche l’impatto con un ambiente freddo e triste come l’ospedale può segnare negativamente un bambino. Ma il segreto sta nel rendere il contatto con la realtà più colorato, divertente, gestibile. A Giorgio viene spiegato che il sangue all’interno contiene tantissime cellule, alcune buone (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), alcune cattive (microbi), tra cui si scatena una guerra a cui prendono parte gli aiutanti dei dottori: i “Chemio”. Staino li rappresenta con stelline vivaci dal sorriso simpatico che conquista immediatamente chi legge e aiuta ad acquisire fiducia nella cura a cui è sottoposto il genitore. Le battaglie nel sangue durante la chemioterapia e l’arrivo delle infezioni provocano gli effetti collaterali tipici: tra i più visibili e d’impatto, la caduta dei capelli. E così cade ogni velo tra madre e figlio nella tenerissima scena in cui il piccolo fa un complimento alla mamma nonostante la sua testa somigli a un uovo, appunto: «Sei tanto bella anche così, mamma».




I processi che avvengono nel corpo umano durante la chemioterapia e gli effetti collaterali di essa sono spiegati con parole e immagini adatte ai bambini: questo è il vero intento del progetto. Non sempre il bambino reagisce bene: preso da un mix di emozioni tra cui la rabbia, lo sconforto, l’impotenza e la paura, prende a calci i giocattoli, strilla e piange perché non vuole che la madre stia in ospedale, si arrabbia quando si presentano ricadute o la chemioterapia non funziona. Ma tutto ciò serve a stimolare l’espressione di tali sensazioni, affinché non siano represse ma piuttosto esternate e incanalate nella giusta direzione.