martedì 26 maggio 2020

"IL FILO DI PERLE" VISSUTO DA ALICE: IL RACCONTO DELLA SUA ESPERIENZA FORMATIVA INSIEME A NOI





Quando sei al tuo ultimo anno di università e ti trovi a dover scegliere il servizio in cui fare la tua
ultima esperienza di tirocinio decidi di porti alcuni criteri con cui sceglierlo. Comprendi che non
puoi permetterti di prendere sottogamba la scelta, rischiando così di perdere l’ultima occasione di
entrare nel vivo del mondo del lavoro educativo e pedagogico da studentessa impegnata in un
lavoro di ricerca.
Ed è stato proprio dopo una ricognizione di vari servizi di consulenza che mi sono fermata su Il Filo di Perle, nella speranza di entrare a lavorare su un progetto di ricerca in un servizio che fosse ricco
di stimoli per la mia formazione. Le motivazioni che mi hanno spinto verso questo preciso servizio
sono state, per primo la ricchezza data dalle varie professioniste che lo caratterizza, ma soprattutto
gli interventi dell’area pedagogica in sostegno alla genitorialità e alla maternità.
Ho vissuto il Filo e nel Filo per tre mesi, tempo che mi ha permesso di entrare nel vivo della sua
quotidianità, della sua cultura e della sua professionalità. Sono stati mesi di curiosità, di scoperta, di
ricerca, di riflessione, di domande, di sviluppo e di crescita. Sono stati mesi in cui, trovando lo
spazio e il posizionamento ottimale, ho osservato, ho ascoltato, ho fatto spazio ad emozioni e
pensieri e li ho vissuti fino in fondo, lasciando anche germogliare il timore per la grande la
consapevolezza e responsabilità del ruolo e della professionalità.
Sono stati tre mesi di ricerca, di studio e di approfondimento sul ruolo della pedagogista, ricerca che
mi ha portata ad acquisire proprio quella consapevolezza che può nascere soltanto dal so-stare nella
pratica, grande ad un posizionamento che sappia essere problematizzante e riflessivo e che,
ponendosi domande ed aprendosi ipotesi, favorisce l’instaurarsi di un processo di apprendimento.
Quello che è emerso da queste dinamiche molto complesse e molto potenti sono state riflessioni e
apprendimenti estremamente ricchi. Qui vorrei riportare alcuni di questi, ponendo l’attenzione su
due piani interdipendenti tra loro; la cultura e i valori del servizio e il ruolo della pedagogista
all’interno di essi.

Quello che appare chiaro fin dal primo momento che si entra nel servizio, ma che emerge in
maniera più consapevole a seguito di un lavoro di ricognizione e di riorganizzazione del pensiero,
sono i valori caratterizzanti della cultura del servizio ai quali ho voluto associare un elemento del nome o del loro del servizio.

La curale perle – intesa come un accompagnamento che sappia essere una presa in carico
dell’utente autentica, unica e preziosa come una perla. Preziosità che si concretizza e prende forma
nella pratica degli interventi; cura degli spazi e dell’ambiente, dei tempi, della relazione e delle
persone.

L’accoglienzala casa – che declinandosi sia sul piano professionale, con professioniste pronte
all’ascolto, sia sul piano di ambiente e spazi, permettono all’utente che entra nel servizio di sentirsi
subito a suo agio in un ambiente informale e familiare, proprio come una casa.

La multidisciplinarietà il filo – come elemento fondante e caratterizzante dell’equipe, permette
un’accoglienza e una presa in carico dell’utenza a 360°, proprio grazie al filo che tende e connette
le varie professioniste caratterizzando un’equipe strutturata non come una somma delle parti, ma
come un sistema capace di generare un sapere condiviso.

Ed è all’interno del dinamismo che si genera da questi valori che nasce e che opera il lavoro della
pedagogista. Dell’ambito educativo e pedagogico, e nello specifico consulenziale, tra i tanti
elementi caratterizzanti emersi, vorrei portare alla luce quelli che sono stati di fondamentale
importanza nel corso della riorganizzazione del servizio a seguito dell’emergenza.
Prima fra tutti la costante necessità di una postura di ricerca. Essere in ricerca ha significato per
Maddalena in un primo momento sapersi fermare e darsi del tempo per un ascolto e
un’osservazione attivi e autentici e che, stando nel vivo del contesto indagato, sappiano far
emergere ciò sta succedendo; quali trasformazioni e cambiamenti, quali bisogni e nuove necessità
emergono? Da qui, raccogliendo i primi dati emersi si è dato l’avvio alla sperimentazione sul
campo; la pratica dell’educazione e della pedagogia non funzionano per ricette preconfezionate, ma
hanno bisogno di prove, di sperimentazione, ma soprattutto di attesa dei risultati per poi riprogettare
e risperimentare. La consapevolezza di questo processo complesso, e la volontà di intraprenderlo, è
ciò che ha permesso di riprogettare interventi e percorsi che abbiano saputo rispondere in maniera
autentica ai bisogni emersi, essendo aderenti alla realtà.
Il secondo elemento di grande valore che ho ritrovato nel servizio, e che ritengo essere essenziale in
un momento di emergenza molto delicato e complesso, è la necessità di una formazione continua.
Accanto alla postura di ricerca, e strettamente connesso ad essa, l’essere in formazione è ciò che ha
consentito al servizio, di pensare e progettare interventi che non si istituiscano come calati dall’alto,
ma germogliati e nati nel vivo dell’esperienza che si sta vivendo, garantendo così un certo livello di
professionalità. Continuare a porsi domande, tenendo lo sguardo aperto e attento, è ciò che permette
di cogliere quello che accade, saperlo significare e, rapportandolo a sé stessi e alla propria
professionalità comprendere cosa e come poter modificare o approfondire.
Al termine di questo mio percorso formativo, quello che mi rimane e che mi porto via dal Filo di
Perle è un pezzetto di quell’unicità, di quella preziosità e di quella professionalità, elementi che mi
hanno dato l’opportunità e l’occasione, di sperimentare e sperimentarmi, di approfondire, di
conoscere e di apprendere. Se mi si dovesse chiedere “che tipo di esperienza è stata quella al Filo di
Perle?” risponderei: “è stata un esperienza estremamente generativa!”

Arrivata anche alla fine di questo scritto, arriva anche la vera e propria fine della mia esperienza in
questo servizio. Per questo desidero ringraziare prima di tutte Maddalena che con la sua gentilezza,
la sua cura e la sua costante disponibilità è stata come tutor fondamentale per tutto il mio percorso.
Ogni riflessione e ogni apprendimento maturato è stato frutto anche della sua professionalità e del
suo ruolo. Un grazie va anche ad Eleonora che, grazie alla sua grande disponibilità, ha dapprima
reso possibile la mia esperienza presso questo servizio e poi è stata parte integrante della ricerca.
Infine, un grazie anche a Marzia e Letizia che, nonostante mi abbiano vissuta di meno, si sono
dimostrate fin da subito aperte e disponibili a prendere parte alla ricerca.

Un grazie va anche agli altri professionisti che operano in collaborazione con il Filo di Perle e che
mi hanno dato l’occasione di entrare nei loro spazi, nei loro tempi e nei loro interventi.

Ed infine, il grazie più grande va a tutte le mamme incontrate, ai bambini, ai papà, nonne e tate che
mi hanno accolto come parte integrante dei gruppi, dandomi così l’opportunità di intraprendere
questo percorso estremamente ricco e formativo.

Grazie!
Alice.

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi lasciare qui il tuo messaggio, ti risponderemo al più presto!
GRAZIE!