In alcuni casi possiamo prevenire
il generarsi di situazioni critiche, come?
Adottando un comportamento proattivo
invece che reattivo, ossia invece che intervenire in modo minaccioso e/o
punitivo al fine di impartire un insegnamento o correggere un comportamento, l’adulto
è bene che si ponga in una posizione proattiva/preventiva ossia cerchi di individuare,
grazie alla sintonia che ha col bambino, in anticipo il possibile generarsi di
una situazione e/o comportamento critico.
Proattività potrebbe voler dire
apportare dei cambiamenti alla situazione, oppure intervenire per proporre un
nuovo gioco quando ci si accorge che la conflittualità fra fratelli sta
aumentando.
Un’altra strategia proattiva è
quella di controllare i “fondamentali”, ossia le quattro A di cui parla Siegel
che dice “quando vediamo il comportamento di nostro figlio avviarsi verso una
direzione che non ci piace, domandiamoci- Forse il bambino è affamato, arrabbiato, assonnato o
si sente abbandonato e solo?”; forse
potremmo sistemare tutto proponendogli una mela, ascoltandolo, aiutandolo a
riposarsi o giocando e/o coccolandolo un po’.
Siamo consapevoli che non sia una
formula magica ma è una strada… a volte essere genitori proattivi non “salva”
comunque dalla possibilità che il bambino assuma un comportamento critico: in
questo caso il primo passo è sempre la SINTONIA, aiutarlo a tranquillizzarsi e
a passare da uno stato reattivo ad uno recettivo, è necessario un tempo che consenta
al bambino di “accendere” le aree cerebrali deputate al ragionamento (la parte
più evoluta del cervello, la corteccia cerebrale) e di “spegnere” le aree
cerebrali connesse all’impulsività e all’emotività che predominano nella fase
reattiva e che si collocano anatomicamente in una zona più interna del cervello
e più antica.
A presto con la PERLA N.3!
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